La guerra dei bottoni A4 by Francesco

La guerra dei bottoni A4 by Francesco

autore:Francesco
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2013-02-22T18:29:29+00:00


L" Azteco dei Gués, rientrando tra i suoi soldati, non ebbe bisogno di raccontare quel che era accaduto.

Touegueule, appollaiato sul suo albero, aveva visto tutto o quasi. Le nerbate, l" imbavagliamento, la degra-

dazione bottonesca, la fuga, la nuova cattura, la liberazione. I compagni avevano praticamente vissuto con lui

quei momenti terribili di sofferenza, d" angoscia, di collera.

“Meglio levar le tende,” disse Migue la Luna, tutt" altro che tranquillo, anche perché la penosa avventura

del capo gli richiamava alla mente, senza che osasse confessarlo, ben tristi ricordi.

“Prima però bisogna rivestire l" Azteco,” obiettò qualcuno. E il pacco venne disfatto. Slegate le maniche

della giubba, si trovarono le scarpe, le calze, il panciotto, il golf, la camicia e il berretto, ma mancavano i

pantaloni.

“I miei pantaloni! Chi mi ha grattato i pantaloni?” domandò 1" Azteco. “Qui non ci sono,” dichiarò

Touegueule. “Li avrai mica perduti per strada?”

“Bisogna andare a cercarli!”

“Guardate se per caso li vedete.”

Frugarono con gli occhi il campo di battaglia. Non c" era per terra nemmeno un cencio che potesse sem-

brare, anche da lontano, l" indumento in questione. “Sali sull" albero,” fece 1" Azteco a Touegueule, “così

magari puoi vedere dov" è che son cascati.”

L" arrampicatore sali in silenzio sul suo faggio.

“Non vedo un tubo,” dichiarò dopo un rapido esame. “Ma proprio un tubo! Di" un po", sei sicuro di averli

messi nel pacchetto quando ti sei spogliato?”

“Ma si, sicurissimo,” rispose il capo assai inquieto.

“E allora dove possono essere andati a finire?”

“Ah, buon Dio! Ah, quei vigliacchi!” esclamò improvvisamente Touegueule. “Sentiteli, sentiteli!”

E i Velrans, tese le orecchie, udirono chiaramente i loro nemici che, tornando al paese, cantavano a pieni

polmoni questa canzonetta popolare, che sembrava inventata per l" occasione:

Il pantalon mi si scucì

se seguita così

il buco si vedrà del.. .

pantalon che si scucì ...

E sporgendosi, contorcendosi, allungandosi tra i rami per veder meglio, Touegueule urlò gonfio di rabbia:

“Ma ce li hanno loro i tuoi pantaloni! Te li hanno grattati, quelle schifose canaglie, quei ladri! E adesso li

hanno legati a una pertica e li sventolano come una bandiera. Sono quasi alla cava.”

Il capo sgranò gli occhi, sbatté le palpebre, si turbò, impallidì:

“E adesso come faccio a tornare a casa? Cosa gli racconto? Ah, son proprio ben messo! ... Non oserò mai

attraversare il villaggio.”

“È meglio aspettare che faccia buio,” propose uno.

“Ma se arriviamo a casa tardi ci pigliamo tutti la ramanzina,” obiettò Migue la Luna. “No, bisogna trovare

qualcos" altro.”

“Proviamo con la giubba,” propose Touegueule. “Se la chiudiamo bene con delle spille, non si dovrebbe

veder molta roba.”

Provarono, dopo aver messo nuove stringhe alle scarpe e una spilla al colletto della camicia; ma va" a dar

via i piedi, come diceva Tatti, la giubba non arrivava nemmeno all" orlo della camicia; sicché 1" Azteco aveva

l" aria di essersi messo una cotta nera sopra un camice bianco.

“Sembri proprio un prete,” commentò Tatti. “Solo che tu sei vestito „all" incontrario". “

“Già,” obiettò Pissefroid, “ma i preti non mostrano mica le gambe in quella maniera. No, cocco mio, non va

proprio bene.”

“Se ti mettessi invece la giubba come una sottana? Te la leghi ai fianchi e cosi almeno tieni riparato il di-

dietro.



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